Il ruolo della donna all’interno del mondo economico è l’argomento più caldo e discusso del 21esimo
secolo. Un ultimo dibattito sorto in seguito alla pubblicazione del libro intitolato Rivoluzione Womenomics
uscito in Italia per il sole 24 ore, in cui la scrittrice A. Wittenberg‐Cox in cooperazione con A. Maitland,
sostiene che la donna non deve arrivare ai board delle aziende grazie alle quote rosa, ma attraverso una
scalata che deve avvenire dal basso e soprattutto attraverso una rivoluzione culturale.
Basta osservare i mercati emergenti sono multiculturali, globali, multirazziali, multi generazionali ed
un’azienda per essere competitiva ed in grado di affrontare questi tipi di mercati deve riflettere le
medesime caratteristiche.
Ancora poche donne ai vertici in Italia
Quote rosa o rivoluzione culturale? In entrambi i casi si ha un unico scopo: l’ascesa della donna nel mondo
economico. Politica e cultura insieme per lo stesso fine. Lo scenario politico sostiene che bisogna
mantenere obbligatoria la percentuale femminile del 30% dentro ai consigli di amministrazione delle
società quotate in borsa, infatti alla camera sono stati presentati due disegni legislativi uno del Pdl
attraverso il nome di Lella Golfo e l’altro la PD‐ Alessia Mosca. Oltre alla politica, ci sono associazioni come
Valore D che contribuiscono allo sviluppo della leadership femminile in azienda. Oggi in Italia le donne ai
vertici aziendali sono solo il 4%rispetto alla Norvegia che il è miglior modello e rispecchia una percentuale
del 41%, l’obiettivo della associazione Valore D è di arrivare al 21% di rappresentanza femminile nei
prossimi anni.
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